Il litorale (perduto) dei romani
E’ stato pubblicato l’8 Novembre sulla rivista on line Golem un interessante e (purtroppo) obiettivo articolo sullo stato di conservazione e di fruizione dei beni culturali del litorale romano. Una fotografia desolante e drammatica della giornalista Sabrina Corarze che denuncia la totale inaccessibilitร della maggior parte dei siti culturali del litorale sud di Roma laddove essi non siano interessati proprio da fenomeni di abbandono e degrado.
Ricordiamo solamente alcune delle principali emergenze archeologiche del nostro territorio:
- TORRE ASTURA DI NETTUNO:ย Interessata da fenomeni di crolli e smottamenti dovuti all’azione del mare.
- VILLA DI NERONE AD ANZIO: Interessata da gravissimi fenomeni ersoivi dovuti all’azione del mare. Necessiterebbe di urgentissimi e delicati lavori di restauro ma per ora nulla viene fatto a tutto detrimento della conservazione del bene.
- TORRE SAN LORENZO: Privata e non visitabile.
- SITO DEL CASTRUM INUI DI ARDEA: In fase di scavo non รจ accessibile al pubblico.
- SITI DEI XIII ALTARI E DELLA ANTICA CITTA’ DI LAVINIUM NEI PRESSI DI POMEZIA: In tanti anni di scavo, non รจ mai stata realizzata un’apertura in pianta stabile dei siti archeologici che ad oggi risultano ancora non accessibili al pubblico.
- NECROPOLI DI PORTO PRESSO FIUMICINO:ย Aperta solamente due giorni al mese (peraltro di giovedi).
- MUSEO DELLE NAVI DI FIUMICINO: Meraviglioso museo che conserva i resti di alcune navi romane risulta chiuso e inaccessibile al pubblico da circa un decennio.
- ย CASTELLO DI SANTA SEVERA: Risulta ormai chiuso definitivamente per restauri. Si ricorda la polemica legata alle intenzioni di realizzate un albero al suo interno.
L’Associazione Latium Vetus auspica una seria riflessione relativamente allo stato dei beni sopra citati e auspica l’inizio di una battaglia dei cittadini, al fianco delle associazioni locali per chiedere e pretendere maggiore rispetto per la propria memoria storica. L’Associazione Latium Vetus continuerร il proprio impegno affinchรจ una serie di beni oggi in pericolo possano essere salvati dal degrado ed essere gestiti in un modo “nuovo” che garantisca la conservazione dei beni e la fruizione da parte del pubblico.