Cogea ricorre contro il vincolo. Latium Vetus pronta a difenderlo!
Lo scorso 30 gennaio 2018 la società Cogea S.r.l. ha notificato all’Associazione Latium Vetus copia del ricorso al T.A.R. del Lazio per l’annullamento del Decreto di vincolo paesaggistico emesso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo recante “Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area ‘Tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana», nei comuni di Pomezia e Ardea”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 novembre scorso.
Di seguito la dichiarazione del Presidente di Associazione Latium Vetus, Giacomo Castro:
“Il vincolo paesaggistico di Ardea e Pomezia è stato attaccato in sede di tribunale amministrativo. Dopo aver esaminato la questione con i nostri tecnici, abbiamo incaricato i nostri avvocati di costituirsi in giudizio a tutela del vincolo, che difenderemo con le unghie e coi denti!
Tale provvedimento di tutela del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo dev’essere inteso dai cittadini come un vero riconoscimento, il riconoscimento che il territorio di Pomezia ed Ardea nonostante l’indiscriminato consumo di suolo dei decenni scorsi presenta ancora caratteristiche di grande pregio a livello nazionale: un paesaggio fatto di torri medievali e di antichi casali all’interno della Campagna Romana, un vero unicum paesaggistico che se adeguatamente valorizzato può costituire un asset per il nostro territorio. Invece, come c’era da aspettarsi, alcuni amministratori e faccendieri non vogliono arrendersi all’idea che l’interesse pubblico possa limitare i loro affari privati. Con ogni probabilità di fatti, questo non sarà l’unico ricorso intentato contro il vincolo paesaggistico.”
Stupisce il malcelato silenzio dell’amministrazione comunale di Pomezia che lo scorso 04 dicembre aveva annunciato di valutare anch’essa la strada del ricorso amministrativo, o ancora peggio, l’idea messa in giro da più di qualcuno che l’opposizione al vincolo nascerebbe per tutelare “il lavoro”.
“Demagogia allo stato puro. Sembra proprio che vicende come quella dell’Ilva di Taranto non insegnino nulla.” – continua Giacomo Castro, presidente dell’Associazione Latium Vetus – “Lo sviluppo e il lavoro servono a tutti, a me per primo che sono un tecnico, ma vanno portati avanti secondo un criterio di sostenibilità in modo che tra 20 anni avremo ancora qualcosa da mostrare ai nostri figli e nipoti! Proprio a volerli fare, i capannoni industriali si posso delocalizzare anche se andrebbe considerato che il territorio di Pomezia è stato riempito di capannoni nell’ultimo decennio, hanno prodotto maggiore ricchezza o maggiori impatti territoriali negativi?
Abbiamo inviato a tutti i consiglieri comunali di Pomezia una mail certificata con la quale abbiamo chiesto loro di esortare l’Amministrazione di Pomezia a schierarsi dalla parte della tutela dei beni di pregio del territorio. Spero che di questo problema si discuta in Consiglio. È giunto il momento, per i politici locali, di decidere se stare dalla parte dei cittadini o contro i cittadini, se continuare a nascondersi dietro lo specchietto delle allodole del lavoro, o iniziare a trattare tematiche come la tutela del territorio, e quindi il rispetto dell’ambiente in cui noi tutti viviamo, in maniera seria».
Si ricorda che proprio questo era stato il senso delle 2.542 firme di altrettanti cittadini raccolte a sostegno del vincolo dai comitati di quartiere dell’area interessata dal provvedimento di tutela e medesimo era stato il senso delle osservazioni sottoscritte dal Comune di Ardea e presentate al MiBACT lo scorso 18 settembre, a seguito dell’unanime pronunciamento a favore del vincolo in seno al consiglio comunale della città rutula, in esse il dirigente dell’ufficio tecnico di Ardea metteva in rilievo “la connotazione vocazionale turistica ed agricola del territorio”, “ed inoltre poneva come suo obiettivo prioritario la preservazione dei valori identitari, culturali e ambientali locali” … “a sostegno della tutela del suo territorio attualmente fortemente compromesso dalla presenza di numerosi impianti e industrie a rischio Seveso” (N.B. da intendersi come quelle all’interno del Comune di Pomezia!) . Poneva, inoltre, “particolare attenzione allo stato di inquinamento della falda freatica e all’assetto idrogeologico, che costituisce motivo di seria preoccupazione igienico-sanitaria nel rispetto dei due principi giuridici di precauzione e di prevenzione come approccio al rischio ambientale, anche se meramente ipotetico, che rende comunque necessario l’intervento di tutela.”
L’Associazione Latium Vetus non arretrerà di un passo davanti alla questione della difesa del vincolo paesaggistico “Tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana”, una vera battaglia di civiltà, e chiede l’aiuto di tutti i comitati, delle associazioni e dei singoli cittadini che hanno a cuore il rispetto dell’ambiente in cui essi vivono.
Associazione Latium Vetus