Il Comune di Pomezia e la Regione Lazio accelerano sulla Cogea
L’autorizzazione alla centrale da 60.000 tonnellate all’anno forse già a febbraio
L’amministrazione comunale di Pomezia e la Regione Lazio procedono speditamente e all’unisono nella vicenda COGEA. L’iter autorizzativo della centrale per la lavorazione di 60.000 ton/annue di rifiuti organici a Santa Palomba – Roma 2 passa indenne anche la seconda Conferenza dei Servizi convocata Lunedi 30 gennaio 2017 ed incassa l’ennesimo parere tecnico comunale favorevole con prescrizioni mentre la politica comunale tace, guidata da una forza politica sedicente ambientalista ma nei fatti molto lontana dall’immaginario collettivo ed al contrario sorda e grigia agli appelli e alle proposte che da mesi vengono dal mondo ambientalista di Pomezia.
Ogni discussione, ogni proposta, ogni forma di collaborazione, ogni soluzione che è stata indicata in tutti questi mesi come risolutiva della vicenda dagli attivisti che per molte settimane hanno esaminato le carte con l’aiuto degli avvocati, dalle proposte di vincolo culturale, all’attivazione di ricorsi, dall’applicazione del principio di precauzione nella ratifica dell’elaborato R.I.R. fino alla proposta di modifica del Regolamento di Igiene e Sanità sono tutte cadute nel vuoto. Nessun serio confronto, nessuna seria risposta, nessuna reale volontà di impedire la realizzazione della centrale. Non c’è stato nulla da fare.
Il risultato è che già nel prossimo febbraio i cittadini di Pomezia probabilmente assisteranno impotenti alla ratifica dell’autorizzazione della centrale e quindi al conseguente avvio della lavorazione dei rifiuti nel territorio comunale, con tutto quello che questa attività comporterà in termini di impatto ambientale, traffico pesante, criticità sulla sicurezza pubblica per via delle limitrofe industrie a rischio di incidente rilevante e ulteriore degrado del complesso culturale vincolato di Tor Maggiore.
Una vicenda dalle pesantissime contraddizioni politiche, a partire da quel Consiglio Comunale del 14 ottobre 2014 in cui all’unanimità i consiglieri esprimevano “assoluto dissenso alla realizzazione dell’impianto” e ci si faceva inoltre carico “di impedire la realizzazione di qualsiasi altro impianto similare in ogni zona della Città” mentre nel consiglio del 15 settembre 2015, si impegnava il Sindaco “a promuovere ogni iniziativa a salvaguardia della salute e integrità ambientale del territorio comunale”. E non è tutto, perché infatti a sostegno delle delibere i consiglieri esprimevano perplessità per “lo stoccaggio di rifiuti organici”, per le “ripercussioni sulla viabilità”, la presenza di “paesaggio agrario di rilevante valore”, del complesso medievale di Torre Maggiore ed infine per la “presenza di case vicine”.
La contrarietà all’arrivo di 60.000 tonnellate di rifiuti organici a Pomezia sembrava netta, decisa, inconfutabile, fino alla virata degli ultimi mesi con l’approvazione dell’elaborato R.I.R. compatibile al progetto ed una non meglio definita “trattativa” con la Cogea che ha portato il veto netto e deciso dell’amministrazione comunale ad uno striminzito “NO” solo nei confronti della porzione anaerobica dell’impianto. Si arriva quindi, durante la conferenza di servizi del 15 dicembre scorso, allo stralcio delle componenti anaerobiche con lo scandaloso mantenimento nel progetto delle stesse quantità di rifiuti trattati (60.000 tonnellate/anno), della stessa tipologia di materiali conferiti (rifiuti umidi, ovvero avanzi alimentari, fanghi di depurazione, sia civili che industriali, liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale) e della stessa collocazione. Tutto ciò, preludio al comunicato stampa del Sindaco Fucci che non tardava ad esprimere la sua soddisfazione con i soliti toni trionfalistici ma su che fine abbiano fatto “l’assoluto dissenso” contro questi impianti, ovvero l’impegno a contrastare “qualsiasi altro impianto similare”, o ancora le preoccupazioni per la presenza del paesaggio agrario di rilevante valore e del complesso medievale di Torre Maggiore, non è assolutamente dato saperlo.
Alla soddisfazione del Sindaco, si contrappone nettamente la nostra grande preoccupazione per l’arrivo a Pomezia di questo impianto e dei suoi risvolti soprattutto per l’ambiente, i cittadini che vi abitano vicino ed il sito culturale di Tor Maggiore, per il quale il Comune di Pomezia aveva sottoscritto un protocollo di Intesa con la scrivente associazione ai fini di perorarne la salvaguardia, prima di dimenticarsene. Preoccupazioni che abbiamo concretizzato in osservazioni, proposte e diffide mentre i soggetti preposti alla tutela ambientale e alla sicurezza pubblica, come l’ARPA Lazio, la Città Metropolitana e la Prefettura continuano a disertare gli appuntamenti delle Conferenze di servizi, cosa che basterebbe da sola ad allarmare i cittadini, cosi come le associazioni e i comitati di quartiere di Pomezia.
Entro l’anno Pomezia, Santa Palomba, Roma 2 avranno un impianto di compostaggio industriale da 60.000 tonnellate annue di rifiuti (un quarto dei rifiuti organici prodotti nell’intera città di Roma), ed il privato proponente ha già in intenzione di dotare l’impianto anche della parte anaerobica stralciata appena un mese fa…a coloro i quali oggi esultano con toni trionfalistici vorremmo chiedere cos’è cambiato rispetto a prima? Nulla.
Tutti gli addetti ai lavori sanno che la realizzazione della centrale nel luogo prescelto non è una scelta ottimale, che al contrario introduce seri elementi di rischio che sarebbe logico e doveroso impedire, ma a noi cittadini resta la rabbia di rimanere inascoltati, nonostante le soluzioni individuate e indicate ai referenti politici, peraltro già adottate con successo contro questa tipologia di impianti da altri comuni del Lazio, senza che nessun consigliere comunale o assessore si sia degnato di rispondere, di farsi carico e promotore di quelle soluzioni. Al contrario si continua ad operare come nel passato con approssimazione e demagogia.
C’è stata insomma piena volontà politica di realizzare l’impianto. Una volontà concreta che si è nettamente contrapposta alle dichiarazioni di facciata che hanno avuto come unico scopo quella di ingannare i cittadini, e che avranno come risultato l’avvio in tempi brevi della centrale Cogea.
Associazione Latium Vetus