Vincoli della Regione: L’Associazione Latium Vetus dice “NO”
La Regione Lazio e il Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo continuano a dare il meglio di se relativamente alla tutela del paesaggio e dei beni culturali: protagonisti stavolta sono i vincoli paesaggistici che pur vincolando permettono al Comune di Roma la realizzazione di nuova cubatura all’interno di aree preziosissime come il Parco regionale di Decima Malafede o la zona de La Storta!
Dopo le critiche alla revisione del famigerato “Piano Casa” ad opera della giunta Zingaretti che sarà discussa a breve in Consiglio Regionale, revisione che si limita a cancellare alcuni articoli del “Piano Polverini” che erano stati impugnati davanti alla Corte Costituzionale dal Ministero dei Beni Culturali ma non porta alcun cambio di rotta sostanziale rispetto alla linea seguita dalla precedente amministrazione ed un ritorno alla normativa, decisamente più restrittiva, del centrosinistra di Marrazzo, la Regione Lazio tende insomma ancora una volta la mano alla grande imprenditoria immobiliare e continua nella sua strategia di “deregulation” che sta portando alla totale devastazione dell’Agro Romano.
Stavolta è il turno dei Vincoli Paesaggistici. Provvedimenti di tutela realizzati in sinergia fra Regione e Ministero che nonostante l’intenzione di tutelare con più forza porzioni di territorio preziosissime, peraltro già vincolate, come il Parco di Decima Malafede o l’area già densamente urbanizzata de La Storta, limitrofa al Parco di Veio racchiudente l’antica città etrusca, autorizzano il Comune di Roma a realizzare piani urbanistici attuativi con il quale prevedere ed autorizzare nuova cubatura, nuovi edifici, servizi pubblici, centri commerciali…tutto questo in zone preziosissime come i parchi Regionali!
Il rischio di un vero scempio autorizzato che ancora una volta prova la disponibilità di Regione e Ministero verso il mondo dell’immobiliare e dell’edilizia. L’Associazione Latium Vetus dice il suo “NO” a questo modo di fare tutela ed ha presentato ufficialmente le proprie osservazioni nel tentativo di bloccare questa ennesima speculazione edilizia a tutto danno del Patrimonio Nazionale e dell’interesse pubblico.
Dopo la possibilità offerta a palazzinari e costruttori di moltiplicare le cubature di edifici ancora da costruire, di derogare alle pianificazioni urbanistiche, di cambiare destinazione d’uso da non residenziale a non residenziale (ad esempio trasformando uffici in centri commerciali), dopo le leggi regionali che autorizzano a realizzare edilizia convenzionata nelle aree tutelate e nei parchi…adesso arrivano i vincoli paesaggistici che autorizzano la cementificazione del nostro territorio già vincolato anziché combatterla, ovviamente a vantaggio della speculazione edilizia.